Tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 è stata avviata, a livello globale, la campagna vaccinale volta all’immunizzazione dal virus SARS-CoV-2, noto come Covid-19.
Un tale evento, così come la sua relativa evoluzione, sono al centro dell’attenzione non solo dei privati cittadini, ma anche di quegli operatori dei settori produttivi, come quello dell’aviazione commerciale, che duramente hanno patito la crisi economica cagionata dalla pandemia e, soprattutto, dalle conseguenti misure anti-contagio adottate, in vario modo, dagli Stati.
A ulteriore memento di tali difficoltà risuonano, da ultimo, le dichiarazioni rilasciate dal CEO di Air France-KLM Benjamin Smith che, in occasione della presentazione del bilancio 2020, ha definito la crisi abbattutasi sul settore del trasporto aereo come uno “shock senza precedenti”; i numeri del gruppo franco-olandese raccontano, infatti, di un impatto in negativo di oltre 7,1 miliardi di euro (di cui un miliardo soltanto nel quarto trimestre a “riapertura” già effettuata).
Tali dati non sono, ovviamente, isolati, ma, già da soli, rappresentano un indice di quali e quanto gravi siano stati gli effetti della pandemia sui conti dei vettori aerei, con le conseguenti soppressione di tratte, tagli al personale e risvolti sull’intero indotto a livello globale. A tal riguardo, si consideri solo che, secondo la IATA (come da comunicato stampa del 24 febbraio 2021, “Press Release: COVID-19 Cash Burn Continues - Urgent Preparations for Restart”) le stime per il cash burn nel 2021 sono aumentate tra i $ 75 miliardi e i $ 95 miliardi da $ 48 miliardi precedentemente previsti.
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