a cura di Manuela Giacomini
Una cronaca su eventi attuali e di notevole gravità nel settore del trasporto di animali vivi
Lo Studio Conte & Giacomini, Membro di ASLA, è particolarmente attivo – fra l’altro – nel settore della tutela dei diritti e benessere degli animali. Riportiamo volentieri qui di seguito l’efficace e drammatica cronaca (per il settore dei trasporti di bestiame proveniente dall’U.E.) che abbiamo ricevuto dalla Collega Manuela Giacomini, e pubblichiamo qui il link all'ampio articolo pubblicato quest’anno al riguardo dall’autorevole quotidiano britannico “The Guardian”.
Trasporto di animali vivi dall’Unione Europea alla Turchia: il viaggio dei dannati
Dal 2010 a oggi alcune associazioni di protezione del benessere animale, fra cui la tedesca “Animal Welfare Foundation” e la svizzera “Tierschutzbund Zürich”, hanno svolto un’accurata indagine presso la frontiera bulgaro-turca per verificare lo stato di salute degli animali durante il loro trasporto dagli Stati Membri dell’Unione Europea alla Turchia.
In particolare sono stati ispezionati 352 veicoli TIR che trasportavano circa 900.000 pecore, 850.000 bovini e 5.000 capre provenienti da tredici Paesi Membri dell’UE, riscontrando nel 70% dei casi violazioni sistematiche, gravi e continue del Regolamento CE n° 1 del 2005 che regola il trasporto di animali vivi nell’Unione Europea (fra cui violazioni delle prescrizioni sui tempi di guida, piani di viaggio irrealistici, animali feriti, esausti o morti, mancanza di acqua e di cibo, sovraffollamento, temperature estreme, false dichiarazioni sulle pause previste per far riposare gli animali ecc.)
Il nostro Studio, che nel corso degli ultimi anni ha prestato assistenza in diverse controversie relative alla tutela dei diritti degli animali sia in ambito nazionale che europeo, è stato incaricato dalle predette Associazioni di agire al riguardo: nel maggio 2016 è stata quindi depositata una denuncia presso la Commissione Europea nei confronti di alcuni Stati Membri (tra cui l’Italia) per violazione del Regolamento n. 1/2005, a suo tempo emanato per garantire la tutela del benessere degli animali (compresi quelli da macello) nel corso di trasporti sia brevi che a lunga distanza.
Il citato Regolamento, che nel considerando (1) richiama l’art. 13 del Trattato di Lisbona (ex Protocollo n. 33/1997 sulla protezione e il benessere degli animali) in base a cui gli animali sono esseri senzienti e gli Stati Membri devono tenere conto delle loro necessità, dà attuazione fra l’altro all’esigenza che gli animali non siano trasportati in condizioni tali da esporli a lesioni o sofferenze inutili; al riguardo nell’aprile 2015 (sentenza C-424/13) la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha affermato con tale normativa si applica anche nel caso in cui la destinazione del trasporto sia un Paese esterno all’Unione, poiché il benessere degli animali va garantito per l’intero viaggio.
Il 13 novembre 2016 è stata depositata presso la Commissione un’integrazione della predetta denuncia in considerazione del tragico peggioramento della situazione riscontrato alla frontiera turca durante il periodo estivo, sia per la chiusura del posto di controllo “Royal Haskovo” (a causa del propagarsi nella regione bulgara di Haskovo del virus “Lumpy Skin Desease” che colpisce i bovini), con gravissimi disagi agli animali che non potevano essere nutriti e fatti riposare, sia perché le temperature al confine raggiungevano i 35-40°C (il Regolamento prevede che la temperatura massima per consentire il viaggio è di 30°C, come tempestivamente comunicato in giugno dalla Commissione alle Autorità competenti).
L’integrazione della denuncia ha evidenziato inoltre l’insufficienza dei controlli eseguiti all’uscita della frontiera bulgara, aventi durata media di 15-30 minuti, palesemente inadeguata per la verifica del rispetto dei requisiti previsti dal Regolamento 1/2005 (salute degli animali, idoneità del mezzo di trasporto, correttezza del giornale di viaggio, sussistenza delle condizioni di salute, nutrimento e disponibilità di acqua per la prosecuzione del tragitto, ecc.)
Abbiamo quindi chiesto che la Commissione verifichi l’operato delle Autorità bulgare, confrontando i dati da esse annualmente trasmessi in via ufficiale con le prove documentali allegate alla denuncia e alla sua integrazione (incluse riprese fotografiche e video), e stabilisca chiare linee-guida da applicarsi a a situazioni di emergenza come quella causata della chiusura di Royal Haskovo.
Abbiamo richiesto inoltre, in relazione all’erogazione di fondi comunitari prevista nel periodo 2010-12 dal Regolamento CE n° 1234/2010 (destinati a esportatori di bovini verso Paesi terzi, nel rispetto della normativa in materia di benessere degli animali di cui al Regolamento 1/2005), che la Commissione indaghi se sussistevano effettivamente le condizioni di legge per l’erogazione dei fondi stessi, con apertura di procedure di infrazione nei confronti degli Stati Membri in caso di violazione. Restiamo in fiduciosa attesa dell’esito degli accertamenti.