di Amalia Di Carlo
Per il diritto d’impresa, aggiornamenti e prospettive nel fondamentale settore delle fusioni e acquisizioni societarie per l’Italia: come orientarsi
Una battuta d'arresto per le fusioni e acquisizioni nel nostro Paese? Secondo l'indagine ‘Quarterly Deal Performance Monitor’, realizzata dalla società di consulenza internazionale Willis Towers Watson in collaborazione con la Cass Business School, il numero di operazioni di M&A portate a termine in Italia nel primo trimestre del 2016 sarebbe il più basso degli ultimi due anni.
Tuttavia, secondo questa indagine, il calo del numero di operazioni del valore di almeno 100 milioni di dollari in questo trimestre (in totale 174, rispetto alle 233 del primo trimestre 2015) è attenuato considerandone il valore economico complessivo (il settore è positivo di 2,6 punti percentuali rispetto all'indice ‘MSCI World’), benché decrescente rispetto alla media degli ultimi tre anni (meno 5,8 p.p.) e al primo trimestre dello scorso anno (meno 3,2 p.p.)
Migliori sono però le prospettive per il settore M&A italiano all’estero nel resto del 2016, secondo Goldman Sachs – il cui responsabile per l'Investment Banking Division, Marco Paesotto, ha così dichiarato all’agenzia di stampa Reuters: ‘l'imprenditorialità italiana torna a volersi espandere; negli ultimi sei mesi abbiamo visto più aziende italiane che ci chiedevano di guardare target esteri’. Le operazioni di acquirenti italiani verso l'estero hanno infatti rappresentato il 30% delle transazioni nel primo trimestre 2016, contro il 17% di tutto il 2015. Ad arricchire questo dato, ovviamente, ci sono state acquisizioni di grande rilevanza come Diasorin-Quest e Campari-Grand Marnier.
Ma anche l’acquisizione di aziende italiane operanti all'estero ha visto un incremento: nel corso dello scorso anno, secondo i dati di Goldman Sachs, si è trattato del 46% del totale dell'attività, rispetto al 44% del 2014 (e una media degli ultimi cinque anni intorno al 37%). Perciò, dopo la flessione dei primi tre mesi del 2016 evidenziata da Willis Towers Watson, Goldman Sachs prevede una ripresa delle operazioni M&A in Italia.
È vivo, e più che mai fervido in questi mesi, il dibattito se l'Italia sia un soggetto più passivo che attivo in riferimento al mercato delle acquisizioni. Ebbene da un recentissimo studio condotto dalla società di consulenza Roland Berger, intitolato proprio 'Italia: preda o predatore nel risiko europeo?', emerge che il valore complessivo delle acquisizioni di aziende italiane da parte di operatori stranieri si aggira sui 47 miliardi di Euro nel periodo di riferimento 2013-16. Al contrario, le acquisizioni finalizzate da italiani all'estero ammontavano nello stesso triennio a soli 6,3 miliardi di Euro. L'invito alle aziende italiane è dunque quello di 'avere più coraggio', come dichiarato dall’Amministratore Delegato della stessa Roland Berger al Corriere della Sera.
Su cosa puntare lo sguardo? Da un lato ancora l’energia, i media e le telecomunicazioni potrebbero essere le aree in cui individuare le occasioni più interessanti; dall’altro i settori di punta del ‘Made in Italy’: componentistica, automotive e soprattutto lusso e cibo!