18Ott2022

Mani pulite 30 anni dopo: uno sguardo criminologico

L'avvocato penalista Antonio Bana, dell'omonimo Studio Legale, ha scritto il Quaderno: L’eredità di Tangentopoli. La trasformazione delle sanzioni nei confronti del crimine dei "Colletti bianchi". Una ricerca svolta da un punto di vista criminologico – con un'introduzione della Professoressa Merzagora dell'Università di Milano – sulla vicenda di Mani Pulite, la famosissima indagine che 30 anni fa sconvolse il panorama giuridico-politico del nostro Paese. Pubblicato tra i Quaderni di ASLA è ora disponibile al pubblico.

L'avvocato penalista Antonio Bana, dell'omonimo Studio Legale, ha scritto il Quaderno: L’eredità di Tangentopoli. La trasformazione delle sanzioni nei confronti del crimine dei "Colletti bianchi". Una ricerca svolta da un punto di vista criminologico – con un'introduzione della Professoressa Merzagora dell'Università di Milano – sulla vicenda di Mani Pulite, la famosissima indagine che 30 anni fa sconvolse il panorama giuridico-politico del nostro Paese.

Nell'introduzione della Professoressa Isabella Merzagora si legge: Lo scritto di Antonio Bana è ricco di importanti riferimenti molti dei quali specificamente giuridici e tecnico-giuridici. lo sono una criminologa, però ho trovato non pochi punti di contatto fra quello che scrive l’Autore e la mia materia. La criminologia si è occupata da tempo di crimini e criminali “dal colletto bianco”, tant’è che l’espressione fu coniata appunto da un criminologo, Edwin Sutherland, perché secondo la moda della sua epoca - siamo negli anni Quaranta del Novecento – le persone di ceto elevato, contrariamente agli operai e ai contadini, indossavano camicie bianche. È però innegabile che molte delle teorie criminologiche siano modellate sui crimini convenzionali, sui delitti violenti o sugli Street crimes. È suggestivo, per esempio, che Lombroso si fosse sì interessato agli scandali finanziari che, alla fine dell’Ottocento, scossero non solo il mondo economico ma anche quello politico italiano, del “brigantaggio bancario” e della sua pericolosità, ma dovette rendersi conto dell’assoluta inettitudine delle assunzioni della Scuola Positiva a spiegare questo tipo di delinquenza: era di immediata evidenza quanto la teoria dell’atavismo o quella del delinquente nato non fossero applicabili a questi delinquenti. Negli anni successivi a Lombroso, e soprattutto in quelli a noi più vicini, gli studi su questi reati e sui loro autori si moltiplicarono, tant’è che l’esortazione di Raffaele Cantone secondo cui “anche la comunità accademica internazionale deve fare la sua parte” non cade nel vuoto, per la comunità accademica internazionale e per quella nazionale.

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Pubblicato tra i Quaderni di ASLA è ora disponibile al pubblico. La pubblicazione completa può essere scaricata da questo link o cliccando sulla copertina a lato.